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Aldo Moro e Peppino Impastato: due delitti, stesso giorno
Sono trascorsi trenta anni da quando il 9 maggio 1978 in via Caetani veniva ritrovato il cadavere di Aldo Moro.
Sono trascorsi trenta anni da quando il 9 maggio 1978 a Cinisi veniva ucciso Peppino Impastato.
Due eventi clamorosi che hanno insanguinato l’Italia nello stesso giorno attraverso mani diverse: il terrorismo rosso legato alle Brigate Rosse e la mafia, Cosa Nostra.
Due delitti diversi ma accomunati da un unico scopo: ribadire il potere alternativo, concorrente allo Stato.
Eversione, in entrambi i casi, violenza, affermazione di antistati.
Un attacco al cuore dello stato per l’affermazione della sinistra estremizzata e distorta, per far capire all’Italia il potere e il ruolo delle br.
Dall’altro lato la voglia di mettere a tacere un giovane, un giornalista, un uomo libero colpevole di non abbassare la testa, di diffondere la verità sul boss del paese.
A Roma viene ucciso uno statista, un politico, un rappresentante dello Stato, il cui omicidio è ancora oggi avvolto da mistero con riferimento alle trattative, al ruolo dello Stato, dei partiti, il mistero che avvolge le responsabilità dei ruoli istituzionali che avevano il compito di mediare con i terroristi per la salvezza di una vita. Eppure il primato della vita per il quale Moro aveva speso tante lezioni universitarie come docente di Filosofia del diritto a Bari, non è stato ribadito, non è stato posto come priorità assoluta.
I mass media seguono la vicenda, si mandano in onda decine di speciali, sui giornali i titoli sono tutti per il Presidente.
In Sicilia avviene un fatto, un apparente suicidio, un omicidio fatto per celare nel silenzio le opere di uomini non d’onore, un omicidio per silenzio, fatto in silenzio, che deve rimanere in silenzio.
E se all’inizio non si volle affermare la matrice mafiosa del delitto, attribuendo l’accaduto al suicidio di un terrorista, solo grazie alla determinazione di Felicia e Giovanni Impastato si ebbe, dopo anni, la dichiarazione della realtà dei fatti, ossia la certificazione di delitto mafioso e la condanna di Badalamenti e gli esecutori materiali.
Omicidio di stato quello di Moro, omicidio mafioso quello di Peppino Impastato: in un solo giorno i due “mali” dell’Italia hanno colpito con atroce ferocia.
A distanza di trenta anni, quando i colpevoli sono stati assicurati alla giustizia, siamo sicuri che non ci siano ancora zone in ombra?
Angela Allegria
10 maggio 2008
In www.7magazine.it