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“Basta di fare i piagnoni, dobbiamo invece risollevarci attraverso il nostro entusiasmo, far di necessità virtù”
Negli ultimi trenta anni Modica è passata da città rurale, con economia basata quasi esclusivamente sull’agricoltura, a città turistica, caratterizzata dal barocco, dalle eccellenze, dalla bellezza delle opere artistiche, dalla natura incontaminata che la circonda fino ad oggi.
Puntare sul turismo, che valorizza la città su cui si sono accesi i riflettori de “Il commissario Montalbano”, dei film come “Anni difficili” e “Maria Venera”, la stessa Modica descritta nei versi di Quasimodo, nelle pagine di Brancati e Bufalino, un territorio che migliora la sua immagine agli occhi del turista, ma che si pone nel suo splendore innanzi al cittadino stesso che può riscoprirne la storia, la cultura, tutto ciò che essa offre.
Una sfida che è stata intrapresa da alcuni anni e che si allarga sempre di più per fornire un servizio a vasto raggio tramite l’apporto di tutti i settori, dal pubblico al privato.
Viene adesso da chiedersi: in tale contesto, quale è il ruolo dell’amministrazione comunale?
Ce lo spiega Enzo Scarso, vicesindaco ed assessore al Turismo.
D: In che situazione si trova Modica in questo attuale periodo dal punto di vista turistico?
R: La situazione turistica risente della congiuntura nazionale ed internazionale e della crisi che il settore sta vivendo e per questo non possiamo definirla delle migliori. Ma, in una situazione complessivamente difficile, viviamo in una condizione paradossalmente più agiata a Modica perché il turismo modicano non è di massa, ma molto elitario, culturalmente elevato, in quanto chi decide di visitarla, e più ad ampio raggio tutto il distretto del Sud-est, è un turista che si muove già consapevolmente affrontando anche una serie di difficoltà impreviste e conoscendo già la realtà che va a vedere. Questo tipo di turismo risente poco della crisi, anche se poi, nei grandi numeri la differenza di presenze si avverte rispetto agli anni precedenti: prendendo ad esempio i numeri forniti dall’ufficio turistico, si può notare un leggero calo, ma questo non è un dato oggettivo, anche perché il turista che arriva a Modica spesso ha già tutte le informazioni sui luoghi da visitare.
D: Quale è il ruolo dell’Amministrazione all’interno di questo scenario?
R: L’Amministrazione ha un ruolo propulsivo importantissimo: è chiaro che se oggi Modica ha cambiato nel corso degli anni il suo aspetto, è passata da un introito economico puramente agricolo ad essere un a città turistica, un ruolo importante l’ha svolto l’ente pubblico nel corso degli anni.
Un’inversione di tendenza si ebbe nel momento in cui si è festeggiato il settimo centenario della Contea, con la consapevolezza della storia, della tradizione e della cultura della città. Questo ci ha portato anche ad orientarci in questa direzione: il riconoscimento di Modica come patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco, il set del Commissario Montalbano, sono tutti eventi che hanno contribuito moltissimo.
L’amministrazione comunale ha il dovere di fare da cassa di risonanza, nonostante una situazione economica obiettivamente difficile, di non fermarsi, anzi, di amplificare il potenziale che Modica possiede anche per tenere alto l’ottimismo dei nostri imprenditori che investono in città e che hanno bisogno di una città effervescente.
Abbiamo dovuto prendere consapevolezza della disastrosa situazione economica che nel corso dei decenni è maturata e ci ha consegnato oggi il Comune come ente strutturalmente deficitario, ma basta di fare i piagnoni, dobbiamo invece risollevarci attraverso il nostro entusiasmo, far di necessità virtù. L’Amministrazione ha il dovere di mettere in atto tutte quelle iniziative, coinvolgendo anche i privati, utilizzare tutti i canali possibili per fa veicolare nuovamente il nome di Modica così come è accaduto nel passato.
Abbiamo delle eccellenze nel nostro territorio, una per tutti il cioccolato, dobbiamo lavorare bene per intensificare il fenomeno. Appunto per questo abbiamo spostato il chocobarocco a novembre per non ridurre una manifestazione d’eccellenza ad una sagra di paese.
D: Da quasi un anno è stata istituita la cabina di regia: come funziona?
R: Si tratta di un organismo importantissimo, nato dalla volontà di privati di collaborare con l’amministrazione per giungere a risultati concreti. Essa ha lavorato ad alcuni progetti importanti, quali l’organizzazione di tutta l’estate dell’anno scorso, cercando di non far coincidere gli spettacoli nei vari paesi della provincia, ha curato la questione della segnaletica turistica, per renderla fruibile al visitatore. La cabina sta oggi lavorando a nuovi, brillanti progetti, finalizzati ad un unico obiettivo: portare Modica fuori dai confini regionali.
D: Che ruolo svolge l’Amministrazione comunale all’interno della cabina di regia?
R: L’Amministrazione coordina la cabina di regia, che è consulente dell’Amministrazione nella capacità di conoscere in concreto, scientificamente i problemi legati al settore turistico.
Ad esempio in questi giorni si è svolta una riunione sulla apertura delle chiese nei giorni festivi: per quanto riguarda l’orario di apertura, abbiamo chiesto consulenza alla cabina di regia, perché sono gli operatori del settore a dirci materialmente in quali ore c’è maggiore afflusso di turisti nei siti.
D: Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un exploit di b&b che adesso sono disseminati in tutto il territorio, da quello prettamente centrale alle zone periferiche. Che peso hanno? Sono eccessivi o troppo pochi rispetto al numero dei turisti che arrivano in città?
R: Non penso mai che siano eccessivi, ho però un grande timore: la qualità dell’offerta. Purtroppo molti si improvvisano b&b e questo va a discapito della qualità del soggiorno. Questo è un elemento che dobbiamo monitorare per evitare che nella moltitudine ci siano realtà non autorizzate che possano abbassare la qualità dei servizi offerti.
Oggi manca il concetto di formazione turistica: siamo una città turistica per caso, adesso dobbiamo diventarlo compiutamente, in maniera scientifica, perché solo se guidiamo il progresso scientificamente saremo noi a veicolarlo, altrimenti sarà il progresso a condurci verso altre strade, come è successo trenta anni fa a Marina di Modica, quando era visitata dai turisti tedeschi che, in quanto non eravamo preparati a gestirli, sono stati “spennati” e non sono più tornati.
D: Materialmente cosa avete intenzione di fare per accrescere il turismo a Modica?
R: Intanto facendo sistema: non si può pensare che strutture equivalenti resino isolate nella diversità di offerta. Questo è un lavoro che deve fare l’Amministrazione. La cabina di regia è già un piccolo risultato di questa collaborazione per lavorare bene. È importante che quello che noi offriamo sia davvero fruibile dai turisti: e questo si può fare soprattutto tramite la collaborazione e la comunicazione fra i vari soggetti.
Altra mia idea è il recupero del centro storico dal punto di vista pedonale. Non possiamo permettere che la città deperisca perché non vogliamo chiudere il corso Umberto, arteria principale della città.
D: Un’ultima domanda. Sono iniziati i lavori per la costruzione di nuovi alberghi, uno fra tutti quello che si sta costruendo vicino al ponte Guerrieri. In che misura questi risolvono il problema dell’alloggio dei turisti e quanto incidono sul paesaggio modificandolo?
R: Non so dire se tolgono bellezza alla città anche perché non sono proprio nel centro storico. Il mio parere assolutamente personale è quello di considerare queste strutture non come una bruttura del territorio, si tratta di un cambiamento che non mi impaurisce, piuttosto mi spaventa lo scempio che si fa per fini imprenditoriali che sono assolutamente privati, fini a se stessi, che non porta nulla alla collettività e che, proprio per questo, l’Amministrazione deve contrastare.
Angela Allegria
Maggio 2010
In Il Clandestino con permesso di Soggiorno