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Caro Paolo. La mia lettera a Borsellino
Caro Paolo,
sono passati vent’anni da quel 19 luglio che ha segnato la storia della Sicilia, dell’Italia, del mondo intero, di ogni singola persona, importante o comune, vicina o lontana, semplice o superba, buona o cattiva.
Vent’anni, eppure, né il ricordo, né la commozione di rivivere quei giorni, né il senso di dovere nei confronti di una verità che deve essere scoperta anziché taciuta, occultata, oscurata, resa sempre più opaca e sterile, come a voler sembrare inutile, sono serviti a capire cosa è veramente accaduto.
La trattativa occultata, taciuta, fonte di polemiche, il negarla, restringerla ad un caso isolato, ad una sola parte del paese, ai deviati, a chi desiderava emergere per mettersi in mostra, a chi bramava sempre più potere o a chi voleva o doveva salvarsi a tutti i costi, il 41 bis, il papello…una realtà che si mescola alle bugie, alle falsità tirate in ballo per confondere, per depistare, per non far sapere ciò che tu avevi capito.
Oggi, a distanza di vent’anni c’è chi non ricorda, chi è confuso, chi dice e non dice, chi cerca di girarsi la frittata come gli conviene, chi tira in ballo i pentiti a favore di una dichiarazione o dell’altra, chi espone una visione personale della realtà che vuole far passare per buona.
A distanza di vent’anni tutti dicono di essere stati amici tuoi e di Giovanni, tutti a dire quanto eravate bravi, ma prima dov’erano?
Dopo vent’anni si cerca di inglobarti in un partito politico, come se tu potessi essere un loro punto di forza, invece di ciò che sei veramente: un eroe di tutti!
A distanza di vent’anni si cerca ancora la tua agenda rossa: chi la nega, chi non ricorda, chi dice di aver preso la tua borsa dalla macchina in quell’orrore e di averla poi consegnata a chissà chi, chi occulta e chi nega cercando di seppellire sotto la polvere ed il fumo di quel giorno le indagini a cui tu stavi lavorando, le tue intuizioni, le prove di affari poco limpidi.
Oggi altri giudici cercano la verità sulla trattativa stato-mafia, quei poteri dei quali tu stesso dicevi: “O si fanno la guerra o si mettono d’accordo”, oggi vogliamo la verità su quegli anni e sulla tua morte, oggi più di allora abbiamo bisogno di dissetarci alla fonte della verità.
Cosa rimane di te oggi, mentre i tuoi familiari, coloro che ti hanno amato, gli amici, i cittadini onesti vogliono ad ogni costo la verità? Il tuo sorriso, lo sguardo acuto, la forza d’animo, la tua solitudine, il senso del dovere, la voglia di non piegarsi, la tua purezza, il tuo non voltarsi dall’altro lato!
Restano le tue idee, resta l’esempio, resta la tua voglia di vivere!
Angela Allegria
19 luglio 2012
In Agorà Vox Italia