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Chopin il grand’Assente
Duecento anni dalla nascita, troppi dalla morte!
Un’assenza che pesa quella di Chopin, nato a Zelazowa Wola il 1 marzo 1810, prematuramente scomparso a Parigi il 17 ottobre 1849. Solo trentanove anni di vita per un genio che viene considerato a ragione un romantico per eccellenza, un compositore che è riuscito a mettere in musica i più alti sentimenti.
L’amore ha sempre guidato la sua vita, l’amore per le donne, l’amore per la sua terra, la Polonia, nella quale ha voluto che riposasse il suo cuore.
Un affetto profondo ricambiato sinceramente dai suoi connazionali che già in Chopin rivedevano l’ideale patriottico, il loro sentirsi un unico popolo, un sentimento unico che ancora oggi viene vissuto con tanta intensità dai polacchi, ma non solo da loro, anche da tutti coloro che amano la musica e hanno ascoltato, almeno una volta, le composizioni chopiniane.
Nella sua breve esistenza Chopin ha lasciato 59 mazurke, 27 studi, 24 preludi, 21 notturni, 19 valzer, 17 polacche, 4 ballate, 4 scherzi, 4 improvvisi, 3 sonate, 2 concerti per pianoforte ed orchestra, 20 romanze, oltre al altre opere fra cui una straordinaria marcia funebre.
Parlare di Chopin senza ripensare alle note del notturno op. 9 n. 2 è impossibile: si tratta dell’opera più famosa del Maestro polacco, l’emblema dell’amore, della passione, dell’ emozione che si esprime in tutta la sua potenza, dei sogni, delle speranze di cui si può nutrire chi ama.
Per non parlare del valzer op. 69 n. 1, scritto per la contessa polacca Maria Wodzińska, amore troncato dalla famiglia di lei che non vedeva di buon occhio il compositore, una vera meraviglia!
Ascoltandolo, suonandolo, ci si rende conto che l’importante è amare, quella lieve angoscia che ti assale alla vista dell’amata, la gioia per un lieve gesto, per una parola, l’importanza di un abbraccio.
Una salute cagionevole, una situazione nazionale difficile, forse questi gli elementi che hanno rafforzato ancora di più l’esplosione di quei sentimenti romantici alla Goethe del giovane Werther per intenderci, in una musica del tutto nuova, capace a distanza di tempo di far sognare, di far vedere col cuore le cose che la mente non può percepire immediatamente.
Raffinato, elegante, composto, estremamente riservato tanto da congedarsi dalla vita di George Sand per morire da solo, Fryderic Chopin era un gentiluomo del suo tempo, un ingegno capace di dar vita a melodie straordinarie, uniche, familiari, un uomo che prima di tutto ha vissuto sulla sua pelle i sentimenti e gli effetti che questi possono generare sugli animi.
Baudelaire definiva la sua una “Musica leggera e appassionata che somiglia a un brillante uccello volteggiante sugli orrori dell’abisso”.
Forse non esistono parole per descrivere la sua musica, è necessario ascoltarla, assaporarla leggermente per poterla sentire dentro.
Angela Allegria
Marzo 2010
In Opera Incerta