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Ciao Antonio, ciao guerriero di luce!
Battagliero, cocciuto e tenace, ma anche sorridente, di compagnia e scherzoso, queste le caratteristiche di Antonio Giannone, conosciuto da tutti a Modica per le sue battaglie e per la sua voglia di non arrendersi.
Antonio aveva compiuto da poco 35 anni ed era affetto dalla Atassia di Friederich, una malattia rara e degenerativa che, impedendogli il movimento degli arti inferiori, lo costringeva su una carrozzina.
Aveva tanta voglia di vivere Antonio e una sua filosofia di vivere che un giorno in una intervista mi aveva così sintetizzato: “Siccome la vita è un dono del Signore, come tale bisogna viverla appieno, andare avanti e mai arrendersi e il miglior modo per non lamentarsi è quello di guardare sempre indietro a coloro che stanno peggio”.
Non arrendendosi innanzi all’indifferenza delle Istituzioni le quali, per incuria o per semplice dimenticanza, spesso dimenticano di predisporre gli strumenti atti alla deambulazione, ma anche alla cura e alle necessità basilari di un individuo disabile, Antonio ha più volte protestato, estendendo il suo grido a livello nazionale.
Infatti, nel 2003 è stato ospite a “Buona Domenica”, trasmissione all’interno della quale ha fatto sentire la sua voce per ribadire il suo diritto al lavoro, che dà dignità alla persona, e che spesso viene negato per circostanze che nulla hanno a che vedere con la realizzazione psicofisica dell’individuo, sia esso “normodotato” o disabile.
Ancora, ha fatto venire a Modica “Striscia La Notizia” per denunciare la carenza delle barriere architettoniche in città.
Se oggi i disabili possono usufruire di un ascensore per recarsi dal Sindaco o altri uffici siti al primo piano di Palazzo San Domenico, il merito è da dare ad Antonio e alla sua tenacia, alla sua capacità di lottare e di non arrendersi innanzi ai tanti “NO”.
Anche quando ha partecipato al progetto di vigile urbano in carrozzina, progetto pilota, volto al rispetto del parcheggio dei disabili e al controllo dell’esistenza e della effettiva efficienza delle barriere architettoniche, innanzi alla delegittimazione del ruolo, affermata dalla impossibilità di procedere all’emissione di multe, ma solo con le segnalazioni, Antonio ha prima denunciato il fatto, poi si è dimesso.
Vinta la battaglia contro l’Asp di Ragusa con l’assegnazione di un fisioterapista e di un logopedista, si era interessato, anche a mezzo di interviste ed articoli, affinché la sua famiglia, i genitori anziani ed i fratelli, potessero alleggerire il loro fardello che dignitosamente e con molto amore hanno sempre condotto.
Antonio, con la sua grande voglia di vivere, pensava sempre al futuro e in nome di questo chiedeva che gli fosse assicurata un’assistenza adeguata alla sua condizione che non poteva permettersi visto che percepiva una pensione minima.
Determinato, intraprendente, viaggiava spesso sia per controlli riguardante la sua salute, sia per pellegrinaggi, sia per semplice divertimento.
Collegato in rete con gli altri disabili in Italia e all’estero, così da essere sempre aggiornato sulle misure intraprese dalle Istituzioni e dalle Amministrazioni locali in riferimento a questa problematica comune. Il suo sogno che era anche il suo rammarico stava nel volere la coesione fra i disabili, perché se ognuno pensa solo a se stesso, se non si fa rete, se non si sta tutti insieme si è più deboli, non si ha la forza che insieme si può avere, la potenza per vedere rispettati ed attuati i propri diritti.
Antonio amava molto i bambini, quando li vedeva i suoi occhi si illuminavano felici. Gli piaceva dialogare, scherzare con gli amici, ma anche conoscere persone nuove. Con la webcam si teneva in contatto con tutti.
La stessa sorte è toccata cinque anni fa a suo fratello Angelo, affetto dalla stessa malattia.
Angelo amava la radio, per tanto tempo ha lavorato a Rtm, fin quando ha avuto problemi di deambulazione, costretto anche lui su una carrozzina, ma anche su di essa usciva, andava a parlare con le persone, le incontrava, giocava con i bambini che adorava.
Con Angelo e altri amici Antonio trascorreva le serate più divertenti a giocare a scopone scientifico, a guardare film, semplicemente a ridere, perché, nonostante la vita li avesse inchiodati a quella condizione, entrambi amavano più sorridere che piangersi addosso.
Caro Antonio, adesso sei in un luogo dove non c’è sofferenza, dove ogni cosa ti appare chiara. Adesso sei vicino ad Angelo e a quella Madonnina che tenevi sul desktop del tuo computer, ora sorridi con Lei.
La tua anima che si espande è vicina a Dio, ma anche ogni attimo a chi ti ha voluto bene in questi anni e continuerà a volertene.
Ciao Antonio, rivolgi il tuo sorriso a chi ti ha amato, a chi ti è stato vicino, a chi adesso piange per la tua mancanza fisica, ma non spirituale, certi di rincontrarti un giorno in Paradiso!
Angela Allegria
Dicembre 2011
In Il clandestino con permesso di soggiorno