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Cosi ri lussu
“Cosi ri lussu”: non ci può essere modo migliore per riassumere “R. Di Caprio”, film di Alessio Micieli e Emanuele Malloru, Produzione AXELFILM (97’) che è stato girato interamente nella provincia di Ragusa, con trenta attori iblei.
L’inventiva e le capacità comiche di Alessio Micieli, già noto tra i giovanissimi per le diverse parodie presenti su Youtube, si è dimostrata all’altezza delle aspettative, arrivando a superarle visto l’enorme successo di pubblico. A questo si devono aggiungere la buona qualità delle riprese e l’uso delle tecniche cinematografiche e di montaggio che rendono il film leggero, ma ben fatto, capace di far ridere, ma non in modo blando o fine a se stesso, ma per assaporare la realtà delle cose nella sua vera essenza.
Il primo film girato interamente nella provincia iblea, con i suoi usi, i suoi paesaggi, il suo dialetto, perfino un rimando al commissario Montalbano. È una storia ambientata in una terra che si vuole valorizzare ed “esportare” in quanti più posti possibili, ma soprattutto che è amata fino all’inverosimile, un territorio dal quale non si vuole andare via e se lo si fa è solo perché si è costretti, o per cercare qualcuno a cui si tiene, o semplicemente per fuggire da una vita che in realtà non si vuole perché non vissuta appieno.
Spiega Alessio Micieli: “Il film nasce come serie web, poi man mano che montavamo il girato, ci siamo resi conto che la qualità era alta per buttarla su Youtube (perdendo completamente ogni possibile forma di guadagno), così decidemmo di optare per il cinema, modificando leggermente la sceneggiatura in modo da renderla “Film” appunto, piuttosto che serie. È stato possibile realizzare questo film solo grazie alla collaborazione gratuita di tutti quanti: considera 30 personaggi più i grafici, il trucco/parrucco e il microfonista, e tutta questa gente si è fatta coinvolgere con facilità probabilmente grazie al mio personale successo con le parodie AXELFILM. Rolando, infatti, che è il protagonista di “Titanico”, una delle mie più famose parodie, è stato perfezionato per il grande schermo e gli è stata data una vita che sulla parodia non aveva. La gente, dunque, andando al cinema a vedere “R. Di Caprio” sa già a che tipo di comicità va incontro e probabilmente è per questo che abbiamo fatto 9 sold out su 10 proiezioni”.
Rolando Di Caprio, un poveraccio, uno che si arrangia alla giornata è il protagonista della scena. Il personaggio è abbastanza carico, come gli inconfondibili siciliani a Roma descritti nelle prime pagine del Bell’Antonio di Vitaliano Brancati come di bassa statura, con i nasi ebrei e l’unghia del mignolo fatta crescere per grattarsi l’orecchio.
“Rolando – spiega Micieli – tira fuori quella parte sincera di noi stessi, che il nostro buonsenso tiene sommerso. Un personaggio che non ha nulla e non pretende nulla, ma in modo assolutamente inaspettato dalla sua disonestà, dimostra di essere più vero e sincero di qualunque altro finto perbenista. È l’assoluta parodia del divo ricco e belloccio, che con carisma riesce ad incantare e a farsi amare nonostante nella vita vera sarebbe una persone che chiunque eviterebbe. Ecco quindi perché Di Caprio: l’antidivo”.
Nel film non mancano i temi dell’amore, dell’amicizia sincera, del poveraccio che si arrangia, del potente che con il denaro mette in moto persino la macchina della giustizia pur di prevalere.
La saggezza è affidata al classico barbone, Sergio Muttapiecuru, emarginato dalla “società bene”, ma che conosce in modo approfondito la vita e dà consigli a Rolando su come viverla per conquistare la ragazza di cui si è innamorato.
Non potevano mancare i carabinieri nella loro accezione classica, con l’appuntato (un simpaticissimo Michele Turlà) che crede che tutto sia “lineare”, ma che viene sempre ripreso dall’espressivo e meticoloso maresciallo di paese (Lucio Micieli).
L’esperienza di R. Di Caprio, realizzata con soli 1.500 euro, fa capire il cambiamento è possibile. Per questo i giovani di R. Di Caprio, capaci di far ridere, ma anche di riflettere, possono diventare un fiore all’occhiello del territorio ibleo, non solo per rappresentarlo altrove, ma soprattutto per rendere palese agli altri giovani che se si vuole, si può.
Angela Allegria
Febbraio 2013
In Il clandestino