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Diciotto milioni in sei anni il disavanzo di Modica,
Una situazione complicata quella delle casse del Comune di Modica che continuano a piangere, nonostante i compiuti sforzi dell’Amministrazione attuale di risollevarle.
I punti dolenti sono il disavanzo ed i debiti fuori bilancio.
Questi costituiscono un fenomeno di indebitamento sommerso che non consente la possibilità di innescare un processo di gestione corrente equilibrato e virtuoso nel risanamento di un Ente strutturalmente deficitario, inficiando in tal modo la possibilità di un’oculata attività di programmazione.
Come spiega l’assessore Amoroso che ha sostituito Peppe Sammito “La scorsa amministrazione procedeva con due bilanci, uno ufficiale ed uno ufficioso. Da quest’ultimo sono venuti fuori debiti fuori bilancio. Fra questi bisogna distinguere quelli perfezionati e riconosciuti e quelli non riconosciuti, i quali emergono attraverso i pignoramenti”.
Osservando la situazione dell’Ente dal 2003 al 2009 (sul bilancio del 2010 e le previsioni per il 2011 si sta lavorando), possiamo osservare come il disavanzo passa da 0 negli anni 2003 e 2004 a 989.650,88 nel 2005, 687.332,52 nel 2006, 21.306.509 nel 2007 (riconosciuto dal commissario straordinario quando nel 2008 all’ora sindaco Piero Torchi si dimise per candidarsi alla Regione), 21.881.725,52 nel 2008, 18.297.994,03 nel 2009. Quest’ultimo dato dimostra un’inversione di tendenza che si è potuta raggiungere grazie ad un fondo cassa di 3.764.000,33 presente al 1 gennaio 2009.
L’altra spada di Damocle è costituita dai debiti fuori bilancio, dei quali non si può fare una stima precisa e puntuale.
All’atto di insediamento dell’attuale amministrazione essi costavano di circa 10 milioni di euro e più nel dettaglio di 3.293.904 nel 2008, 4.090.450 nel 2009, 3.309.980 sino al 9/7/2010 (nel 2007 erano pari a 0).
All’intero di essi si trovano debiti facilmente prevedibili come le utenze telefoniche (1.518.530,97 per gli anni 2006 e 2007) o le forniture elettriche (1.354.150 per il solo 2006) e le quote di adesione all’Ato Ambiente.
Rimangono i grandi creditori del Comune come, ad esempio, la Regione Sicilia che ha dato delle somme a titolo di anticipo. In questi giorni è arrivata la buona notizia con la quale si annuncia che la restituzione può essere fatta non più in 3 anni, ma in 10, con conseguente abbassamento della rata annuale da 2.251.000,00 a 675.000.
Non bisogna dimenticare i crediti vantati dall’Università di Catania (con la quale pare si stia arrivando alla risoluzione del contenzioso attraverso una transazione che comporta il pagamento di una somma non inferiore al 40% dell’ammontare dell’intero debito), l’Ato ambiente, il comune di Scicli, l’Enel.
Anche nei confronti della società di fornitura dell’energia elettrica è tutt’oggi aperto un contenzioso su una somma di 3.990.838,70 euro oltre agli ulteriori interessi maturati dal 5 novembre 2008 al soddisfo e alle spese del procedimento che sono state quantificate in 2.677 euro. Tutto deriva da fatture maturate e non pagate. La somma complessiva scaturisce da un debito contratto di 3.650.093,72 euro per sorte capitale, 94.898,39 euro per interessi già fatturati per ritardato pagamento, 245.846,59 euro per interessi maturati al 4 novembre 2008.
E mentre Piero Torchi parla di saldo attivo degli Swap per il Comune, scaricando le proprie responsabilità, nella relazione del sindaco Buscema sui primi 18 mesi di attività, si fa riferimento a copertura finanziaria certa al fine di non dichiarare la situazione di dissesto che comporterebbe l’obbligo di adeguare le imposte, le tasse locali, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima consentita dalla legge e rideterminare la dotazione organica collocando in disponibilità il personale che dovesse risultare in soprannumero.
Angela Allegria
27 maggio 2011
In La Verità