21 Feb 2011

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Don Orazio Spadaro, caposcuola dei giovani modicani

Don Orazio Spadaro, caposcuola dei giovani modicani

Artista dal pennello sottile e dai colori naturali, don Orazio Spadaro, ha fatto scuola in una Modica del Novecento, nella quale il fascino dell’arte sacra o profana che fosse, interessava i giovani.

Un sacerdote che aveva frequentato l’Accademia di Firenze e che, date le doti artistiche, veniva chiamato non solo a Modica, ma anche nel catanese per eseguire lavori pittorici.

La sua è una passione autentica, composta, minuziosa, attenta al particolare, fine nel disegno, accentuata nella compostezza formale dalla profonda fede che lo accompagnò tutta la vita.

Nelle sue opere si manifesta la mano divina nei volti sofferenti di Cristo e della Vergine, nella gloria dei Santi, ma anche nelle espressioni gaie dei fanciulli e nell’armonia bucolica che sovrasta i suoi paesaggi.

Il tocco elegante, che fa ricordare i macchiaioli per lo stile, assume una sorta di dinamismo eccentrico eppure non scomposto ad esempio negli angeli, dai cui volti pacati rispende la bontà del Creatore, dalla cui postura avvitata traspare una pace universale che invade di luce e colore tutta la tela.

La luce della fede, questa è ciò che guida don Orazio Spadaro nella sua rappresentazione del reale e del divino. Sono due cose inscindibili che coinvolgono la vita umana e questo lui lo sa bene perchè da esse trae la sua linfa vitale!

La pittura diviene un linguaggio attraverso il quale esprimere, rappresentare ciò che non è visibile agli occhi attraverso il percettibile, l’essere e l’essenza in una forza iconica che va oltre il percettibile per giungere ad assaporare il suo concetto di beatitudine eterna.

Se alcune opere fatte su ordinazione possono sembrare scolastiche, quelle degli anni trenta e quelle private sono intrise dallo spirito sperimentatore di un maestro che ha voluto omaggiare Dio con la sua arte, regalando al circondario della Contea opere uniche e consigliando ai giovani (si pensi ai fratelli Assenza o a Giuseppe Malandrino che da lui andarono ancora fanciulli) di non aver paura di esprimere il proprio talento investendo sull’arte.

Angela Allegria
Gennaio 2011
In Bohemien

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