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Emergenza calcio: incontro Governo-Coni-Figc
Il Governo, al termine dell’incontro sull’emergenza calcio che si è svolto ieri a Palazzo Chigi con i vertici di Coni e Figc, ha deciso di proporre alcune soluzioni che verranno approvate nel Consiglio dei Ministri straordinario che sarà convocato domani 7 febbraio.
Giuliano Amato, nel suo discorso di oggi, ha voluto sottolineare la delicatezza della questione calcio in Italia, ponendo l’accento soprattutto sulle cause che possono aver dato vita ad episodi come quello di venerdì 2 febbraio a Catania.
Il ministro dell’Interno ha cominciato col narrare quanto successo al Massimino in occasione del derby Catania-Palermo.
Il pensiero è stato rivolto subito all’Ispettore Raciti: “Raciti si trovava nella macchina di servizio. Quando vede il fumo scende dalla macchina e gli esplode addosso la bomba carta; viene allora portato all’ospedale Garibaldi (tra l’altro, le agenzie lo danno per morto subito, ma non è così, perché morirà un’ora dopo). Si è scoperto che ciò che ha provocato la morte è stato un trauma addominale con fratture multiple del fegato compatibili – scrive il linguaggio medico – con un corpo contundente di importante adeguatezza lesiva. Quindi, questo nostro funzionario era stato colpito da qualcosa – forse, una spranga, un masso -, ma ha continuato a lavorare, nonostante gli fosse accaduto un fatto del genere.”
“Il procuratore di Catania – ha aggiunto – sta lavorando con il massimo impegno e ha affermato che, allo stato, non può escludersi che i gravi disordini siano stati espressione di un preordinato attacco che ha avuto come unico e reale obiettivo le forze di polizia, nei confronti delle quali, già nel recente passato, si sono dovute registrare reiterate manifestazioni di violenza verbale e fisica.”
Un’analisi semplice ed analitica sulle possibili cause della violenza concepita come forma di avversione nei confronti dello Stato, una violenza che identifica nei c.d. Sbrirri il nemico da abbattere. Le radici di tale concezione possono essere ricercate nella miseria, nella povertà di alcuni quartieri, ma “Il calcio finisce per essere uno dei grandi catalizzatori di questa violenza ed è difficile dire quanto coaguli violenza che ha radici altrove, quanto diventi esso stesso occasione che ne forma di sua, che le dà la possibilità di organizzarsi, che le offre canali, occasioni, simboli attraverso i quali e in ragione dei quali esprimersi.”
Come arginare il fenomeno? Come risolvere il problema che riguarda non solo il Sud, ma tutti gli stadi italiani?
Esiste una legge, il decreto Pisanu le cui misure riguardano il prefiltraggio e l’ingresso selezionato degli spettatori, il biglietto nominativo, la possibilità di controllare elettronicamente all’ingresso la corrispondenza tra il nome scritto sul biglietto e la persona che entra, la separazione delle tifoserie negli stati, la videosorveglianza.
“Con l’esperienza che siamo venuti facendo – ha concluso il Ministro – ci accorgiamo, però, anche dei limiti che queste hanno dimostrato e della necessità, oltreché di portare all’ottemperanza, anche di raddrizzare ciò che non ha funzionato e di collocare in un orizzonte che finora è mancato la prospettiva dell’utilizzazione degli impianti sportivi.”
Angela Allegria
6 febbraio 2007