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Gaetano Porcasi riceve il premio Paolo Borsellino
“Ho solo fatto il mio dovere di cittadino nel conservare la memoria di chi ha lottato per noi, una memoria che si stava perdendo”. Queste le parole di Gaetano Porcasi, modesto, quasi timido pittore siciliano.
La sua è una pittura particolare, dai tratti sociali, antimafia nello specifico, esempio tangibile di come l’arte può assumere ruolo sociale attivo. E Gaetano Porcasi ci riesce completamente, descrivendo, rappresentando le storie della mafia e dell’antimafia con personaggi e scritte, con i volti dei protagonisti ed i titolo dei giornali, con il pathos generato dalla vicenda, col suo cuore di siciliano.
Colori intensi, particolari, scorci di una Sicilia autentica, simbolismo chiaramente percettibile, volti che comunicano il lato umano dell’io, date immesse come numeri civici, i numeri della società civile: questi solo alcuni spunti per apprezzare l’arte di un siciliano che ama la sua terra e vuole darne testimonianza attiva.
Nel suo riserbo, nella sua modestia di chi si crede a torto solo un pittore di provincia Porcasi è stato insignito del Premio Paolo Borsellino 2010, voluto per rendere omaggio a chi ha mostrato impegno, coerenza e coraggio particolarmente nella propria azione sociale e politica contro la violenza e l’ingiustizia in difesa e per la promozione dei valori della libertà, della democrazia e della legalità e giunto alla 15ma edizione.
“La pittura sociale era stata dimenticata dopo la morte di Renato Guttuso. Io ho ripreso le tematiche sociali spazzando via la pittura astratta” dichiara il Maestro, il quale partecipa attivamente al laboratorio per la cultura della legalità istituito in Umbria con i suoi lavori, esempi della Sicilia onesta, quella che vuole cambiare le cose, che punta sulla cultura della legalità come humus della società civile.
Angela Allegria
20 ottobre 2010
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