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I reclutamenti del Pid, Drago si rifà la squadra
Sembra trattarsi di una moda il passaggio dei consiglieri comunali di Modica dall’Udc al Pid, seguendo l’ex on. Peppe Drago. Così transitano ben 5 consiglieri (Paolo Nigro, Giuseppe Minardo, Giorgio Aprile e Maurizio Di Mauro) lasciando da solo nell’Udc Massimo Puccia, insieme a Salvatore Cannata de “I popolari”.
Ma il passaggio per seguire chi è nato come socialista, poi passato al CCD, all’Udc e adesso al Pid, non è stato per tutti pacifico.
Paolo Nigro, ad esempio, ex capogruppo del Pid, adesso ne è uscito spiegando che “da tempo constatavo che non c’era squadra, che mancava l’indispensabile raccordo tra organismi di partito e rappresentanze istituzionali” e “non era stato colto, o non voleva esserlo, il mio tentativo di coinvolgere su fatti di rilevanza politica sia i colleghi consiglieri, sia la dirigenza di partito, sia i referenti nelle varie istituzioni ed enti sovra comunali”. Rimane all’interno del consiglio come indipendente e viene riconfermato nella 5 commissione.
Giuseppe Minardo il 3 febbraio 2011 si dimette con il rammarico di alcuni colleghi e gli auguri per un fortunato futuro da parte del Presidente Scarso.
Il suo posto viene preso da Giorgio Stracquadanio per ricostruire il passato politico del quale ci vorrebbe davvero un archeologo: ex Dc, ex AN, ex Udc, ora Pid. Di strada per trovare se stesso ne ha fatta davvero tanta!
Molteplici sono stati i passaggi fra gli attuali consiglieri di Modica. Forse il caso più eclatante è quello di Tato Cavallino, ex Udc, ex Forza Italia, ex Pdl (dal quale nel 2009 per qualche giorno si distacca, per poi rientrarvi), confluito nell’attuale maggioranza inserendosi nel Mpa. Ma non bisogna dimenticare Nino Gerratana (da Forza Italia all’Mpa al Pdl), o Carmelo Scarso (da Forza Italia all’Mpa).
Ma cosa spinge i politici a saltellare da un partito all’altro?
Nel documento politico di adesione e costituzione del gruppo consiliare Pid a Modica, spiegando che ci si dissocia dall’Udc a livello nazionale per possibili “inciuci” e a livello regionale per la costituzione del nuovo governo Lombardo, il quale ha intromesso anche il Pd, si legge: “Nel nostro DNA c’era e c’è la moderazione, la volontà di fare sintesi degli interessi diversificati della società, c’è il garantismo, connotati tutti incompatibili con gli estremismi, la faziosità, gli integralismi, i giustizialismi con i quali si accinge a convivere il partito dal quale oggi noi ci dissociamo”.
Nello specifico risponde a “La Verità” Paolo Nigro: “La mia non è stata una scelta di convenienza, ma di coerenza di idee. Se ero giovane nella Dc negli anni 80, se 17 anni fa ho aderito al CCD con il leader Peppe Drago, passando poi per l’Udc, esatta evoluzione della Democrazia Cristiana, uscirne fuori per me non è stato facile. Però l’ho fatto per coerenza di idee e valori fondanti. E se tali partiti vanno in altre direzioni ho ritenuto giusto uscirne fuori. Non si è trattato di una scelta di comodo, ma di una scelta coraggiosa perché non mi ritengo un voltaggabbana. Io non ho cambiato casacca!”
Angela Allegria
21 maggio 2011
In La verità