9 Giu 2008

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I rischi in materia di mastoplastica additiva. Intervista al Dr. Mauro Leonardis, chirurgo plastico

La evidente diffusione degli interventi di mastoplastica additiva induce a trattare un altro aspetto inerente tale argomento: i rischi che tale tipo di intervento può produrre.

A cosa va incontro una donna nel momento in cui decide od è costretta a ritoccare il suo seno?
In quali casi il chirurgo sconsiglia l’intervento?
Ne parla il Dott. Mauro Leonardis, chirurgo plastico.
 
Quali sono i rischi in cui può incorrere una donna che chiede di essere sottoposta ad un intervento di mastoplastica additiva?
 
I rischi sono generali, di tipo anestesiologico (es. allergia all’anestetico o ad un farmaco somministrato) e di tipo sistemico (presenza di malattie non diagnosticate come l’ipertensione maligna, i disturbi di coaugulazione, il diabete) e  se sottovalutati potrebbero portare problemi seri ed in casi estremi mettere in pericolo la vita dello stesso paziente.
Esistono poi i rischi di natura tecnica, legati al tipo specifico di intervento. Nel caso della Mastoplastica Additiva si potrebbe incorrere in una delle complicazioni tipiche (anche se rare vanno comunque considerate e spiegate alla paziente), che sono l’ematoma, il sieroma, l’infezione e la contrattura capsulare.
L’ematoma può formarsi nelle prime ore del decorso post-operatorio e va prontamente individuato ed evacuato per evitare danni successivi (percentuale di formazione di ematoma dello 0.5-2% nelle
casistiche internazionali).
Il sieroma, può formarsi anche a distanza di 15 giorni dall’intervento ed è un’altra eventualità rara, che necessita di evacuazione mediante punzione aspirativi, per evitare retrazioni tardive dei tessuti o eventuali infezioni secondarie, con danneggiamento dell’estetica del seno.
L’infezione è un’altra  complicazione, generalmente risolvibile mediante la somministrazione di antibiotici per via endovenosa a dosaggi elevati ed infine la contrattura capsulare, che si può manifestare anche molti anni dopo l’intervento e che consiste nell’indurimento del seno (0.2-3%).
 
Da cosa dipende la scelta del materiale costituente la protesi?
 
Allo stato attuale la scelta del materiale protesico è praticamente indirizzata verso gli impianti di silicone gel-coesivo, con involucro testurizzato o ricoperto in poliuretano (questi ultimi presentano indici di contrattura capsulare ossia di indurimento del seno più bassi).
Queste protesi sono quelle che producono i migliori risultati in termini di palpabilità e naturalezza e sono le protesi più studiate (esistono da più di 50 anni e vengono continuamente migliorate). Alternative apparentemente più sicure come gli impianti riempiti con soluzione salina, hanno dimostrato maggiori indici di complicazioni tardive (contrattura, rippling, “sgonfiamento”) e un effetto estetico più artificiale.
Oggi le protesi di silicone di ultima generazione riempite con gel coesivo, rispetto ai vecchi impianti riempiti con silicone liquido, evitano di fatto la necessità di sostituire le protesi dopo 10-15 anni, consentendo alla paziente di rimanere protesizzata tutta la vita senza problemi per la salute (i vecchi impianti trasudavano silicone liquido, che veniva riassorbito al livello sistemico, per cui la necessità di sostituzione degli impianti).
 
In quali casi Lei sconsiglia l’operazione?
 
L’intervento di Mastoplastica Additiva, ma anche gli altri interventi di chirurgia estetica in generale sono sconsigliati, a mio modo di vedere, principalmente in tre casi:
1) Quando la paziente non è motivata.
È il caso della paziente indotta da altri ad eseguire l’intervento (ad esempio il marito) o quando la paziente vuole fare l’intervento ma non sa o non capisce esattamente cosa significa sottoporsi ad un intervento chirurgico.
In questi casi ogni piccolo fastidio, dolore o problema post-operatorio possono trasformarsi in
“tragedie”, che a volte risultano in somatizzazioni e possono produrre strascichi di carattere psicologico, di entità non indifferente.
2) In presenza di problemi intercorrenti.
Il tipico esempio è la moglie appena abbandonata dal marito, che attribuisce il fallimento del proprio matrimonio al fatto di non essere sufficientemente bella o di non possedere quel particolare fisico che piace al marito. In questi casi effettuare un intervento di chirurgia estetica non risolverebbe i problemi, che inevitabilmente sono anche di altra natura.
3) Quando la  paziente non sa esattamente cosa vuole ottenere.
Sono le pazienti che giungono a studio richiedendo un intervento chirurgico ma che inevitabilmente si contraddicono quando le si pongono domande più specifiche sul risultato che vorrebbero ottenere.
 
A Suo avviso qual’è l’impatto psicologico della paziente con il suo“nuovo seno”?
 
Da un punto di vista psicologico bisogna risalire ai motivi per cui una paziente ha deciso di sottoporsi ad una Mastoplastica Additiva e questi sono sempre vari: alcune si sottopongono all’intervento per un vero e proprio senso di inferiorità, che sviluppano nei confronti di coetanee e amiche in seguito allo scarso sviluppo del seno, altre eseguono l’intervento quasi esclusivamente per migliorare la vestibilità della parte superiore del corpo, altre ancora per riacquistare tonicità e volume dopo eventuali gravidanze o dimagrimenti.
La Mastoplastica Additiva correttamente condotta ed indicata è perfettamente in grado di risolvere queste problematiche ed è un intervento che piace molto alle pazienti. Generalmente si cerca un
aumento di volume, associato ad un miglioramento dell’estetica del seno.
L’aumento di volume è percepibile praticamente già nell’immediato post-operatorio e questo fa sentire le pazienti già molto soddisfatte, al contrario di ciò che succede negli interventi come la liposuzione ad esempio, dove sono necessarie alcune settimane prima di poter vedere concretamente gli effetti del trattamento a causa dei gonfiori post-operatori, che si formano.
Successivamente il miglioramento della forma del seno e l’acquisizione di una maggiore morbidezza al tatto contribuibuiranno in un crescendo alla soddisfazione della paziente.
 
Angela Allegria
26 dicembre 2006

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