17 Ago 2008

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I siciliani non vogliono la mafia

I siciliani non vogliono la mafia

Che la Sicilia non voglia la mafia è un concetto che viene ribadito in misura sempre maggiore non solo con le parole, che 18 commercianti hanno riconosciuto i propri estorsori e li hanno denunciati lo scorso 7 luglio nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone è uno dei fatti che confermano la voglia di vivere in Sicilia senza piegarsi innanzi a Cosa nostra.
Abbattere il muro di omertà, uno dei pilastri su cui si fonda l’associazione criminale e tagliare parte dei sostentamenti di cui essa si serve per vivere ed operare sono passi importanti, incisivi per estirpare il cancro che invade la Sicilia. Questi imprenditori, questi commercianti stanno facendo proprio questo: non si piegano, lottano per lavorare liberamente, denunciano chi li opprime.
Fondamentale il ruolo di Libero futuro e di Addiopizzo intorno ai quali si sono riuniti tutti quegli imprenditori e commercianti accomunati non solo dalla natura del loro lavoro, ma anche e soprattutto da una ferrea volontà di dire “No”.
Di tale cambiamento Addiopizzo è testimone. “Quasi quotidianamente – affermano i suoi membri – piccoli e grandi esattori del pizzo sono arrestati, grazie anche all’atteggiamento di collaborazione degli imprenditori. E i commercianti, anche quelli che hanno sempre pagato, hanno ormai capito che oggi si può scegliere di non pagare”.
In tale prospettiva Addiopizzo esprime preoccupazione sulle proposte di una possibile riduzione dell’applicazione del regime del carcere duro ribadendo il prezzo che lo Stato ha dovuto pagare per l’adozione di tale misura. “Il comitato – continuano – lancia l’allarme per l’annullamento del regime del carcere duro previsto dal 41-bis per quasi quaranta boss. Da Antonino Madonia, che ha ucciso il generale Dalla Chiesa e il commissario Ninni Cassarà, a Giuseppe La Mattina, uno degli autori della strage di via D’Amelio. Una crociata, quella contro il 41 bis, che la mafia non ha mai interrotto. Vorremmo, invece, si tenesse alta l’attenzione e non si dimenticasse che l’introduzione del 41-bis è costato il sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino”.

Angela Allegria

14 luglio 2008

In www.modica.info

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