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I volti del primo marzo: storie di nuovi italiani
Le rivolte che in questi giorni si susseguono nei paesi nordafricani e medio orientali, rivoluzioni nate dall’idea di riscattare la libertà dell’uomo, pongono ancora una volta il problema dell’esodo di migranti, scappati dalle loro terre d’origine alla ricerca di un nuovo Eden.
Purtroppo, lo sappiamo tutti, l’Italia è lungi dall’essere un nuovo paradiso terrestre, vuoi per le condizioni economiche, vuoi per la politiche con la quale si trattano tali uomini, vuoi per l’indifferenza che a volte coinvolge i cittadini rispetto alle vicende che coinvolgono la vita dei migranti prima nelle loro terre d’origine, poi nei viaggi della speranza, infine sul nostro territorio.
La riflessione sulle condizioni di accoglienza di questi e su quelle lavorative sono messe in luce in “I volti del primo marzo”, opera a più mani realizzata da Rosario Cauchi, Massimiliano Perna e Giorgio Ruta per i testi, Francesco Di Martino, Giuseppe Portuesi per le immagini, con la prefazione di Fabrizio Gatti.
L’opera, la cui produzione è particolare in quanto si tratta della produzione dal basso fatta direttamente dai lettori i quali, acquistando sul sito una propria copia, diventano produttori dell’opera edita da Marotta&Cafiero, porta alla riflessione sulla mancanza improvvisa da parte degli stranieri in Italia.
Cosa accadrebbe se un giorno gli stranieri sparissero? È ciò che il 1 marzo del 2010 è accaduto con lo sciopero degli stranieri, di coloro che, diciamocelo, fanno i lavori che ormai noi non vogliamo svolgere.
Dietro ai numeri ci sono i volti e sono questi quelli che i giovani autori vogliono mostrare, le personalità, i problemi, gli sguardi, le storie, le grida di “uomini, donne, bambini, studenti, lavoratori, corpi che si muovono tra le strade dell’isola, da Siracusa a Catania”.
Una realtà che non si può ignorare e che merita rispetto, lo stesso che si deve ad un lavoratore, lo stesso che si deve ad un essere umano in quanto tale.
C’è quindi solo da leggere ciò che gli autori vogliono proporci attraverso parole ed immagini che riescono a rendere a tutto tondo la dimensione del fenomeno.
Angela Allegria
7 marzo2011
In Ucuntu