19 Ago 2009

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Intervista ad Angela Allegria per Vita di donna

Intervista ad Angela Allegria per Vita di donna

Modica: per un labirinto di emozioni scendendo e risalendo

Angela Allegria, membro dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia, collaboratrice per riviste giuridiche e magazine, tra cui Italia Notizie, intervistata sulla città di Modica per Vita di Donna.

Al mattino, quando ho aperto la finestra della camera dell’albergo mi resi conto che avevo completamente scordato di essere a Modica… al centro… nel cuore di Modica, stanco com’ero delle lunghe camminate dei giorni scorsi per il “Val di Noto”, ma con il cervello pronto ad immagazzinare ogni scena, ogni emozione che l’ambiente trasmetteva. Non mi ero accorto che nella cortes della “Locanda” era giunta Angela Allegria pronta per l’intervista che mi aveva promesso.

Una donna del sud che senz’altro con le sue capacità giornalistiche mi avrebbe trasmesso anche il calore della sua terra.

E quando mi vide, con un grosso sorriso, mi ricordò che dopo l’intervista mi doveva far vedere Modica in tutti i suoi angoli caratteristici, considerati dall’Unesco Bene dell’umanità.
Il paesaggio, la tradizione, il mare, la storia rendono Modica un itinerario di studio ricercato ed affascinante non lontano, per caratteristiche, da quello più vasto ed altrettanto unico della Sicilia orientale e di tutta l’isola. E’ la terra dove il barocco trionfa in tutta la sua opulenza e genialità.

Chi è Angela Allegria e cosa sente di esprimere di nuovo.

Sono una giornalista siciliana, legata alla mia terra e alle sue bellezze naturali, architettoniche, alle sue tradizioni popolari e anche culinarie. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Giuridiche presso l’Università degli studi di Catania mi sto laureando presso la stessa in Giurisprudenza. Mi diletto a scrivere, mi piace scoprire cose nuove, osservare, ascoltare, sentire con i sensi e cercare di riproporre il tutto con le parole. Di nuovo non credo di avere nulla: è la forma in cui le propongo che è diversa.

Ci può descrivere brevemente le sue esperienze nella terra in cui vive.
La Sicilia parla da sola. Basta osservare un paesaggio, un tramonto, farsi colpire dal sole cocente d’estate, dagli inverni miti, puntare lo sguardo verso l’Etna, ritornare con la mente alle rovine greche di Agrigento o Selinunte, aprire la finestra ed ammirare un palazzo barocco di Modica, scendere dall’autobus ed intravedere già la chiesa di San Giorgio per poter affermare di essere a casa. Questo mi capita ogni volta che torno a Modica dopo un viaggio o magari dopo essere stata a Catania, città nella quale trascorro la maggior parte della settimana. Il legame con la Sicilia, con Modica in particolare è molto intenso, viscerale, intimo.

Le donne giornalista hanno qualcosa in più – o in meno – dei loro colleghi uomini?
Personalmente non credo nella differenza fra uomo e donna. Non credo che una donna non possa fare ciò che voglia per esprimere se stessa. Una donna giornalista può cogliere le sfumature della realtà, descriverla, raccontarla non meno e non più di un uomo giornalista. Non è una questione di sesso, ma solo di capacità e di sensibilità.

Il suo essere “siciliana” le è stato più d’aiuto o d’ostacolo per la sua attività?
No, perché dovrebbe esserlo? Scrivo per Antimafia Duemila che ha sede nelle Marche. Non mi hanno mai detto che non potevo collaborare perché del sud. Anzi, quando invio la mia presentazione ci tengo a precisare che sono siciliana, per una sorta di orgoglio di patria. Nessuna discriminazione, se qualcuno dovesse iniziare non ha proprio capito nulla.

E’ più arduo, al Sud, far capire il concetto di tutela ambientale?
Forse si, purtroppo. Al nord si vedono spesso le città pulitissime, con tanto di fiori e composizioni verdi. Da Napoli in giù si pensa che la tutela ambientale non esista più e così si mostrano immagini di spazzatura, cassonetti stracolmi, discariche abusive a cielo aperto. È davvero un peccato, anche se è la verità, ma non del tutto. Molte associazioni si stanno muovendo: nella settimana di ferragosto anche dalle mie parti, nelle zone marittime del ragusano è stata promossa una campagna ambientale per la spiaggia pulita. C’è tanto da fare, ma sono ottimista. In fin dei conti se ognuno di noi facesse la sua parte, come ad esempio buttare le carte nei cestini, non abbandonare gli oggetti ingombranti in giro, rispettare la natura, evitare di gettare ogni sorta di cosa inutilizzabile in mare, non buttare le cicche accese in giro nei parchi o in campagna, non sarebbe poi tanto difficile rendere il nostro territorio pulito.

Come nasce il suo interesse per il territorio di Modica e il suo sviluppo.
Modica è la città in cui vivo da sempre, è normale che mi interessi al suo territorio, alla sua storia, alle tradizioni popolari. Su tali aspetti ho anche un vantaggio in più: mia madre, cultore d’arte e di storia patria che mi fa partecipe dei suoi studi e delle sue ricerche. È stata lei a far crescere in me l’amore per Modica, per quella che è stata e per quella che potrà ancora essere.

Con quali modalità ritiene che Modica debba sviluppare le sua ampie capacità turistiche?
Modica presenta un alto potenziale turistico legato alle sue vicende storiche, all’architettura, all’arte, alle oltre cento chiese che può vantare. Credo sia un peccato non far conoscere questo patrimonio anche agli altri. Il riconoscimento Unesco è un primo passo, ha fatto sì che Modica entrasse ancora di più sulla scena mondiale e diventasse non solo la città del cioccolato, ma la città del cioccolato e del barocco, una delle perle della Val di Noto.
Penso si debba continuare con la promozione del territorio, dei prodotti tipici, della storia e della cultura, degli uomini illustri che hanno dato lustro alla nostra città come ad esempio Salvatore QuasimodoTommaso CampaillaGirolama Grimaldi, letterata contemporanea del CampaillaVitaliano Brancati che frequentò il liceo classico Campailla, Gesualdo Bufalino che vi insegnò, uomini d’ingegno, letterati, medici, avvocati, filosofi comeCarmelo Ottaviano, ma anche uomini di spettacolo contemporanei come Andrea TidonaMarcello Perracchio,Carlo Cartier.

Ci descrivi brevemente la bellissima città al “melograna spaccata”.
Bufalino aveva ragione, Modica sembra proprio una “melograna spaccata”! Stanziata su quattro colli, Giacanta,MonserratoIdriaPizzo, Modica si presenta non omogenea nel suo complesso territoriale.
La parte bassa, nella quale predomina la cattedrale di San Pietro, si snoda lungo il corso Umberto, il salotto della città, ricco di palazzi ora barocchi ora liberty.
Modica Alta con il Duomo di San Giorgio in cima alla scalinata a forma di calice mostra i palazzi gentilizi e la terrazza del Pizzo, posto dal quale è possibile ammirare tutta la città dall’alto.
Modica Sorda, quartiere nuovo, ricco di strutture moderne, evidenzia una forma contemporanea, lasciando spazio ai centri commerciali e ai grandi negozi.
Ogni angolo della città è da osservare, da vivere: i vicoli di Cartellone, antico quartiere ebraico, le viuzze che salendo conducono a Modica Alta, ricchi di fiori e di luci, la chiesetta rupestre di San Nicolò inferiore, le chiese gotiche di Santa Maria del Gesù e del Carmine, il santuario della Madonna delle Grazie con la sua leggenda. Il castello dei Conti, il Portale de Leva, la cava d’Ispica, la Cava San Lazzaro.

Secondo lei il turismo di Modica può ampliare il suo sviluppo e, se si, come?
Anche se in questi anni Modica è stata pubblicizzata molto e per questo vede la presenza di tantissimi turisti che ne visitano i monumenti, non credo ci si debba fermare. Come pubblicizzarla ulteriormente? Organizzando manifestazioni nazionali ed internazionali, proponendo la sua bellezza oltre confine tramite i film, facendo conoscere il bello che davvero non manca a Modica!

Quali sono le opere artistiche principali?
Come già detto le chiese, i palazzi gentilizi, i monasteri, si pensi ad esempio al Palazzo di città ex monastero dei domenicani, o al palazzo della cultura ex monastero delle benedettine, o alla sede dell’archivio di stato palazzo Sant’Anna, o all’attuale istituto penitenziario che ingloba la chiesa del Gesù con annesso monastero.

La storia di Modica come le ha trasmesso la cultura del Mediterraneo?
Modica, come tutta la Sicilia, è stata crocevia del Mediterraneo: in essa si sono insediate le numerose popolazioni che hanno colonizzato la Sicilia e ciò è dimostrato anche dai suoi diversi nomi. Anche nella fondazione voluta secondo la leggenda da Ercole per riconoscenza ad una donna, Mozia, la quale gli aveva fatto ritrovare i suoi buoi trafugati, esprime il legame di Modica con la cultura mediterranea, con il mito.

Uno spot per la sua città.
Modica: forte del passato si affaccia al futuro.

Oltre al famoso cioccolato cosa offrirebbe come piatto particolare della sua terra?
Senza dubbio le impanatigghie, dolci a base di carne e cioccolato inventati dalle suore benedettine per rifocillare i predicatori durante la quaresima, il coniglio ‘a stimpirata, le scacce, u bruoru che paddunedda (brodo con le palline di carne).

Come sono sentite le feste religiose tra la popolazione?
Nonostante siamo nel terzo millennio, fortunatamente le feste religiose legate al culto dei santi non sono cadute nel dimenticatoio, ma conservano il loro fascino, il loro culto, la loro devozione. Così accade la domenica di Pasqua durante la processione della Madonna Vasa Vasa in cerca di Gesù risolto, o durante la festa di San Giorgio con i portatori in camicia rossa o nella più contenuta festa di San Pietro.

Abbiamo sentito che è in corso di restauro il convento S. Maria del Gesù, uno dei pochi monumenti superstiti del quattrocento. Ce ne può fare un cenno?
La Chiesa di Santa Maria del Gesù con l’annesso convento attualmente inglobata nell’istituto penitenziario modicano, è stata voluta per le nozze di Anna Cabrera con un membro della famiglia Henriquez, Federico. Siamo nel 1481.
La struttura presenta caratteri gotici tardi se visti in prospettiva europea, eppure non più di tanto se si tiene presente che in Sicilia le novità artistiche ed architettoniche arrivavano con un certo ritardo. Il portale con arco a sesto acuto immette alla chiesa che presenta delle navate divise orizzontalmente. A mio avviso, ma è solo un mio parere, l’unico portale rimasto è un portale laterale e questo spiegherebbe la divisione delle navate non orizzontali, bensì verticali come nelle altre chiese.
L’annesso chiostro, che si sviluppa in due livelli, richiama i motivi di quello di Monreale ed incanta per l’eleganza e la compostezza delle bifore e delle colonnine.

Il complesso è stato sede a partire dalla fine del XV secolo di una università gestita dai minori osservanti. Essa, attiva fino al XIX secolo, rilasciava lauree in filosofia e teologia.
La chiesa era scelta dalle famiglie nobili modicane quali gli Alliata, i Grimaldi, per conservarvi le spoglie dopo la morte. In essa è sepolto anche padre Cerrataneo, un frate esorcista beatificato perché sia da vivo che da morto era un grande esorcista. Attualmente è in corso il restauro: mi auguro che presto questa meraviglia architettonica possa essere nuovamente visibile agli occhi dei modicani e dei turisti.

In campo artigianale Modica cosa offre?
Oltre al cioccolato e ai dolci in generale, l’olio, le carrube, il frumento e la tradizionale fava modicana cottoia.

Camminare per le vie di Modica è come ritrovarsi all’interno di un romanzo: quali sono i nomi illustri letterari che la rappresentano?
Innanzitutto Salvatore Quasimodo che è nato nella città della Contea, poi Vitaliano Brancati che ha curato la sceneggiatura di “Anni Difficili” di Luigi Zampa, tratto dal suo racconto “Il vecchio con gli stivali”, Gesualdo Bufalino che vi ambienta il suo “Argo il cieco ovvero i sogni della memoria” dal quale hanno tratto il film “Maria Venera”.

Come vede il futuro turistico di Modica? Isolato o nel contesto dello sviluppo dei Comuni del Val di Noto? E lei come lo vorrebbe?
Come ho detto in precedenza Modica è una delle perle della Val di Noto, non vedo perché il suo futuro debba isolarsi dalla circostante realtà. Modica, come le altre città limitrofe, ha tutte le potenzialità per affrontare in maniera dignitosa il futuro e per distinguersi, elevarsi come ha fatto in passato. Confesso mi piacerebbe davvero che Modica tornasse agli splendori di un tempo, per restare sempre l’orgoglio dei modicani!

Pasquale Zenga

Turismo in Sicilia, www.costierabarocca.it

18 agosto 2009

In www.vitadidonna.org

Foto di Angela Allegria

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