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L’usura: come impadronirsi di una impresa
Tempi di crisi e di banche che a livello nazionale vengono attingono ai fondi dell’Unione europea, ma che non reinvestono, fanno mille problemi per concedere un mutuo, un finanziamento alle imprese, soprattutto a quelle piccole, che sono costrette a sopravvivere e, spesso a morire. Può così capitare che un imprenditore, per cercare di morire il più tardi possibile, tenti ogni strada, anche illegale, pur di salvare la propria azienda. Fra tali vie si affaccia anche la strada dell’usura. Parliamone con Patrizia Terranova, presidente di Assoimpresa di Modica, commerciante, da anni protagonista delle lotto contro l’estorsione e l’usura.
Patrizia, cosa è cambiato a Modica dagli anni ‘90 ad ora?
Negli anni ‘90 abbiamo iniziato soprattutto con la lotta all’estorsione, il problema dell’usura è subentrato successivamente perché qualche vittima dell’usura si rivolgeva alle associazioni antiracket. In quel periodo all’inizio ci siamo trovati tutti impreparati rispetto a quella problematica che abbiamo approfondito e contro la quale ci siamo schierati, mobilitandoci e chiedendo una legge antiusura e facendo rientrare nel fondo delle vittime del racket anche un ristoro per le vittime dell’usura. Mentre nel caso dell’estorsione si ha un rimborso a titolo gratuito, qui, invece, viene calcolato il danno e si da la possibilità all’imprenditore, come un prestito senza interessi, di iniziare la propria attività con mezzi legali.
Dopo l’approvazione della legge sull’usura le denuncie sono state numerose e hanno permesso di far condannare tanti usurai: la prima pratica di ristoro per usura è stata data proprio ad un commerciante di Modica. Successivamente un po’ è allentata la situazione delle denuncie perché, mentre nell’estorsione sei una vittima e alla fine ti senti orgoglioso se riesci a combattere il tuo estorsore, nell’usura c’è un problema c’è un problema di base che è comune a tutti, dato dall’ammettere un proprio fallimento, perché io ammetto di non essere stato in grado di gestire la mia azienda, di condurre un’economia legale, ma di rivolgermi a un usuraio e quindi ammetto un mio fallimento.
Perché si cade nella trappola dell’usura?
Studi sostengono che l’usura sia come una sorta di dipendenza: in quel momento il carnefice diventa benefattore perché ti risolve il problema, ti permette di avere liquidità in maniera più facile rispetto ai canali legali. Quando non si arriva più a pagare gli interessi o quando gli usurai tentano di impadronirsi dell’azienda iniziano le reazioni. È difficile anche per questo assistere gli usurati perché ti possono tradire, possono ricadere nell’usura.
È un problema che riguarda solo i commercianti?
No, anche le famiglie. Purtroppo nella legge nazionale non è previsto un ristoro per le famiglie vittime dell’usura, ma sul territorio sono presenti diverse associazioni che aiutano le famiglie ad uscire fuori da tale problema.
In che misura la crisi economica incide sul fenomeno?
Credo che in questo momento molte famiglie e molte imprese siano sottoposte all’usura. Quello che chiedo alle forze dell’ordine in particolare è di stare attenti ai cambiamenti di gestione delle aziende perché, non dimentichiamo, gli usurai entrano nell’azienda per dare aiuto all’imprenditore, ma molto spesso, alla fine, rilevano l’azienda stessa. Chi pratica l’usura con la “U” maiuscola, ricicla denaro sporco. In questo momento ci vorrebbe un occhio attento ai cambi di gestione di attività commerciali, all’ingresso nel nostro territorio di personaggi di fuori che cominciano a rilevare le nostre aziende per poter riciclare il denaro sporco.
Possiamo affermare che, mentre l’estorsore entra per chiedere il pizzo col fine di rilevare l’azienda, allo stesso modo l’usuraio, che ha lo stesso fine, ha il compito più facilitato in quanto è lo stesso imprenditore ad andarlo a cercare?
Certo, i fini sono uguali, nel caso dell’usura il malavitoso ha il compito facilitato.
Quali sono i rimedi per contrastare tale fenomeno?
In questo momento c’è grande disponibilità a parte delle forze dell’ordine. C’è un commissario antiracket e antiusura che è celere e ci sono le associazioni che sono presenti nel territorio che garantiscono l’anonimato e la forza anche in sede processuale. Ci sono le carte in regola per potersi approcciare ad una denuncia che significa anche parlare perché spesso parlando si possono trovare soluzioni che la vittima confusa, presa dall’ansia di non poter far fronte ai propri impegni e di perdere la propria azienda non riesce a vedere da sola. Ci sono professionisti all’interno delle forze dell’ordine che possono dare una mano a chi è nel tunnel dell’usura, che possono aiutarli ad uscirne.
Angela Allegria
Aprile 2013
In Il clandestino