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La banca dei poveri
Si è meritato il premio Nobel per la pace l’asiatico Muhammad Yunus, il fondatore della banca dei poveri.
L’economista sessantaseienne originario del Bangladesh ha dato vita alla Grameen (dal bengalese contadino), una banca rurale che concede prestiti e supporto organizzativo a coloro i quali sono talmente poveri da non poter ricevere prestiti per mancanze di garanzie.
Si tratta di una banca che non solo fornisce prestiti ai poveri ma è posseduta da questi stessi, che nel tempo è diventata azionista della banca.
Nel suo libro “Il banchiere dei poveri” Yunus spiega il motivo della sua iniziativa: “Cosa se ne fanno gli africani di 5 miliardi di dollari se non possono toccarli con mano e comprarci una mucca? La povertà non si combatte al Summit di Monterrey, ma qui, lavorando con voi sul microcredito”.
È proprio il microcredito il sistema alla base di tutto il ragionamento di Yunus. Esso comporta prestiti ai più derelitti con il risultato che vengono restituiti il 98 per cento dei prestiti contratti dagli uomini e il 94 per cento di quelli concessi a donne.
La Grameen Bank è stata creata nel 1983 ed è cresciuta fino a contare oggi 1.084 filiali, un apparato organizzativo di 12.500 persone e un numero considerevole di clienti i quali, per il 94 per cento donne, sono 2 milioni e 100mila.
Fra le motivazioni per il conferimento del premio si legge: “Attraverso culture e civiltà, Yunus e la Grameen Bank hanno dimostrato che anche i più poveri fra i poveri possono lavorare per portare avanti il proprio sviluppo…. La pace duratura non può essere ottenuta a meno che larghe fasce della popolazione non trovino modi per uscire dalla povertà”.
Il modello è stato accolto da diverse organizzazioni non governative le quali, prima si sono specializzate in microcredito e poi, col tempo si sono trasformate in vere e proprie banche.
Angela Allegria
15 ottobre 2006