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La buccia di banana, quel contributo richiesto all’UE
Il Consorzio Promozione Iblea era nato all’inizio degli anni Novanta, concepito a base societaria mista: 80% privata, 20% in dotazione della Provincia Regionale di Ragusa. Dal 1995 al 1998 presidente Corrado Monaca, poi passaggio di consegna a Rosaria Suizzo che nel 2008 ricontatta l’ex presidente come consulente esterno.
Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle erano iniziate nel 2006, allorquando il Copai aveva fatto domanda all’Unione Europea per ricevere alcuni contributi al fine di ristrutturare Palazzo Pandolfi all’interno del quale si sarebbe dovuta impiantare la sede del Centro Polifunzionale Giorgio La Pira, un progetto da 7 milioni di euro.
Gli inquirenti, già allertati da precedenti controlli nei confronti di persone già indagate, venivano a scoprire un giro di fatture false, gonfiate, riconducibili anche a fornitori di materie prime e forza lavoro esteri. Così nell’agosto 2009 Palazzo Pandolfi veniva sequestrato. E qui il primo dato strano: a quella data, stranamente, Corrado Monaca risultava formalmente ancora presidente del Copai.
Il 14 dicembre dello stesso anno si diramavano gli avvisi di garanzia nei confronti di Rosaria Suizzo e Giuseppa Zocco, soci al 50% della Archè Kronu, e si disponevano le perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici degli indagati per verificare se vi fossero documenti utili alle indagini.
Le perquisizioni furono eseguite il giorno seguente, il 15 dicembre, da parte del nucleo tributario della Guardia di Finanza.
E quello stesso giorno, alle 18, da una tabaccheria di Marina di Ragusa, veniva inviato il famoso fax, di cui dovrà rispondere l’avv. Calcaterra oggi indagato, il quale, con una sola azione in violazione di disposizioni di legge, rivelava indebitamente notizie segrete concernenti le indagini in atto, notizie apprese da lui per aver partecipato ed assistito in qualità di difensore ad atti del procedimento.
Egli, svelando tali notizie alla stampa, ha acceso i riflettori sulla vicenda ed aveva aiutato gli indagati ad eludere le investigazioni disposte nei loro confronti.
Tre giorni dopo le fiamme gialle piombavano in tutte le redazioni giornalistiche destinatarie del fax per scoprire la c.d. talpa.
Per questo 15 giornalisti sono stati indagati e già sentiti dagli inquirenti, come conferma a ‘La verità’ il cronista Saro Cannizzaro. Pare però che nei confronti dei giornalisti il procuratore di Modica, Francesco Puleio, abbia già chiesto l’archiviazione.
Nel frattempo si sono susseguiti i solleciti di pagamento dei corsisti che per 12 mesi hanno prestato il proprio lavoro per il Copai, i quali non solo aspettano le somme che gli spettano ma anche la qualifica che alla fine dell’anno avrebbero dovuto conseguire.
Angela Allegria
7 maggio 2011
In La verità