Posted by Angela | 0 Comments
La leggenda di Colapesce
Che la Sicilia poggi su tre colonne è cosa risaputa, quello che spesso si dimentica è che una di queste è traballante e senza l’impegno di Colapesce c’è il serio rischio che la bella isola al centro del Mediterraneo cada a picco nelle acque che la circondano.
Di questo narra una leggenda di Sicilia per la quale Colapesce, un ragazzino, un “carusu” innamorato del mare, che non poteva vivere lontano dallo stesso, tanto incantato dalle sue acque che spesso ributtava il pescato in mare per rimanere ancora, per gustarne il sapore e scoprirne i fondali immensi.
La madre, disperata, un giorno lo maledisse dicendo “Che tu possa diventare come un pesce” e così fu!
La pelle di Colapesce cominciò a squamarsi, comparvero le pinne e la coda e in breve il ragazzo divenne un vero e proprio pesce.
La sua fama arrivò fino all’orecchio del re che lo sottopose a diverse prove che consistevano nel gettare in mare differenti oggetti d’oro che Colapesce doveva recuperare.
Qui le fonti riferiscono con varianti diverse (si contano più di 18 differenti versioni del racconto tramandato dapprima oralmente, poi messo per iscritto da diversi autori ognuno dei quali se ne voleva assicurare la paternità!) che in una delle sue immersioni Colapesce giunse fino alle tre colonne che sorreggono la Sicilia e, trovandone una abbastanza danneggiata dal fuoco, avesse riferito al re ciò che aveva visto. Questi gli chiese una prova. Così le fonti parlano di un legno che a contatto col fuoco riemergeva bruciato, di lenticchie che spuntavano a galla, di sangue che colorava il mare…tanto sta che Colapesce non tornò più a galla perché volle rimanere a sorreggere la colonna danneggiata, proprio la colonna che si trova tra Catania e Messina, quella che sorregge una terra che a volte, quando Colapesce cambia spalla, sussulta e oscilla.
Angela Allegria
27 gennaio 2016
In Talìa