8 Feb 2011

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E alla fine arriva Nino

E alla fine arriva Nino

Come se non bastavano i politici inquisiti per il processo “Modica Bene” dove si ipotizzano reati di associazione a delinquere finalizzata alla concussione, all’abuso d’ufficio e al riciclaggio ed i dirigenti della passata amministrazione che, insieme all’ex sindaco Piero Torchi Lucifora e all’assessore al bilancio pro-tempore Carmelo Drago indagati per abuso d’ufficio per aver spartito incarichi per mansioni superiori al personale dipendente dal Comune, adesso arriva anche il rinvio a giudizio per Nino Minardo, giovane parlamentare modicano.

Per lui si ipotizzano i reati di abuso d’ufficio e rifiuto di atti d’ufficio, quasi una moda che coinvolge i politici e  chiunque abbia un qualche potere, insomma chi comanda, e come a qualsiasi tendenza sociale, anche il giovane onorevole non poteva risparmiarsi.

La vicenda risale al 2007 e riguarda il periodo nel quale Nino Minardo era presidente del Consorzio per le Autostrade Siciliane. Una breve parentesi, visto che il politico modicano si è dimesso nell’aprile 2008 dopo neppure un anno dalla nomina.

Allora una delibera, adottata il 20 settembre, affidava il ruolo di direttore generale del Cas all’ing. Vincenzo Pozzi, ex manager dell’Anas. Una nomina contestata all’epoca e poi oggetto di formale richiesta di revoca da parte di un membro del Consiglio d’Amministrazione, Dario La Fauci, il quale sottolineava la mancata comparazione fra curricula diversi.

Il sostituto procuratore di Messina, Santo Melidona, il quale quando era Gip di Reggio Calabria si era occupato dell’omicidio Fortugno, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente Nino Minardo, i membri del Consiglio direttivo Carmelo Torre, Angelo Paffumi e Giuseppe Faraone, il funzionario dell’ente Felice Siracusa, in qualità di dirigente generale facente funzioni.

Nella specie il primo reato si sarebbe concretizzato perché, pur non ricorrendo il presupposto dell’impossibilità oggettiva di utilizzare personale interno, non veniva esaminata nessuna altra candidatura, il secondo, il rifiuto di atti d’ufficio, in quanto Minardo, insieme a Torre, Paffumi e Faraone, nella medesima data, non avevano eseguito una sentenza del Tar del maggio 2006 con la quale il Cas era obbligato a procedere alla nomina mediante l’approvazione della graduatoria del concorso interno per titoli.

Vero è che nessuno è colpevole fin quando non c’è una sentenza definitiva, però c’è da riflettere sulla tendenza dei politici d’oggi a cadere in tentazione.

Scriveva Cicerone nel “De Re Publica” a proposito del politico: “Essenziale e quasi unico compito di quest’uomo, in cui si riassume tutto il resto, è il continuo controllo e perfezionamento di se stesso, per mostrarsi ai suoi concittadini come modello di splendore d’animo e di vita, e per disporre gli altri ad imitarlo”.  E se il cittadino deve prendere ad esempio un politico in quanto uomo virtuoso, a chi oggi si dovrebbe ispirare? A chi dispensa grazie come fosse un santo o a chi, per troppa bontà, non riesce a dire di no? A chi cambia sempre schieramento cercando se stesso o a chi confondendo il particolare col generale pensa che il proprio benessere coincida con quello del popolo?

Insomma Nino, tu che sei giovane e hai una vita politica lunga davanti, impegnati al massimo per restituire i valori del vero politico che si spende per il popolo e che è capace di rinunciare ai propri interessi personali. Si, sembra fantascienza, e forse noi siamo solo dei sognatori, ma contiamo su di te. Non ci deludere!

Angela Allegria
Gennaio 2011
In Il clandestino con permesso di soggiorno

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