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Omaggio a Ronald Petit nell’ultimo spettacolo della stagione lirica del Teatro Massimo Bellini prima della pausa estiva
Le coreografie di un grande artista francese e sei eccellenti ballerini per rendere omaggio ad un gigante del balletto internazionale, innovatore del genere, sostenitore dell’autonomia della danza rispetto alla musica: Roland Petit.
La sua è una carriera vissuta appieno, a fianco di René Jeanmarie sulla cui figura e personalità sono pensati molti pezzi, avvalendosi della collaborazione di Picasso, Strawinsky, Debussy ma anche i Pink Floyd, scrittori tra i quali Cocteau, Proust, Prevert, stilisti del calibro di Yves Saint Laurent e Gianni Versace.
Nonostante i tagli operati dal Governo alla cultura, che colpiscono in maniera netta i teatri italiani, non escluso il Teatro Bellini, la qualità degli spettacoli non viene meno, anzi, si punta sulla grandiosità di essi, sugli artisti d’eccezione, sulle esecuzioni puntuali e spettacolari, sulle musiche sapientemente dirette dal maestro Nicolas Brochot.
La serata è iniziata con l’emozionante voce di Petit che ha esordito “Je m’appelle Ronald Petit” ed ha tracciato le linee guida dello spettacolo, riservandosi di intervenire per spiegarne i motivi ricorrenti ed infine addirittura abbozzando la musica di “Cheek to cheek”, celebre balletto di Fred Astaire, col quale il coreografo francese ha per più tempo collaborato.
Brillante l’interpretazione di Luigi Bonino in una magnifica “Danse avec la poupèe” da “Coppélia” ed un eloquente Charlie Chaplin capace di far sorridere e commuovere al tempo stesso. Bonino ha dimostrato la sua capacità di palesare attraverso i movimenti del corpo il proprio amore per la dama, la felicità, il batticuore, la galanteria ed il rispetto nell’approcciarsi alla poupée, come anche quell’espressività del volto, l’agilità anche delle mani pronte ad indossare le scarpette a punta per “Les Petits Chaussaons” da “Charlot danse avec nous”, coreografia del 1991.
Due le presenze femminili: Eleonora Abbagnato e Marta Romagna.
La premiére danseuse di origini palermitana, entrata subito in scena con Benjamin Pech in “Léda et le Cygne” su musiche di Bach, coreografia del 1986, caratterizzata da movimenti lenti e sinuosi, studiati equilibri, dinamiche prese, ha eseguito più pezzi sia con Lienz Chang che con Luigi Bonino, dimostrando di meritare appieno la fiducia che sin dal 1990 Roland Petit le diede facendole interpretare la piccola Aurora nella Bella Addormentata allestita al Politeama.
La prima ballerina del corpo di ballo del teatro alla Scala ha fatto rivivere l’ “Arlésienne Suite” di Bizet, dal ritmo incalzante evidenziato da corni, trombe e percussioni, creando simmetria di movimenti con Mick Zeni e mostrando carattere, incisività e perizia nei passi evidenziati dai piccoli piedi che si muovevano veloci sul palco.
Entrambi hanno interpretato “Le jeune homme et la Mort”, coreografia del 1946, creata sul soggetto di Jean Cocteau, storia nella quale le passioni portano il giovane pittore a morire d’amore innanzi ad una donna che è lei stessa la morte in uno scenario che, come afferma lo stesso Cocteau “per l’illuminazione dura, la proiezione delle ombre, lo splendido, il sordido, il nobile, l’ignobile, avrà l’aspetto del mondo di Baudelaire”.
Anche la conclusione è spettacolare: una coreografia d’insieme eseguita da tutti i ballerini della serata su musiche di Irving Berlin “Cheek to cheek” dopo l’interpretazione della Abbagnato e di Bonino il quale, con sorpresa e meraviglia, ha porto al pubblico questo dono prezioso.
Angela Allegria
6 giugno 2010
In www.italianotizie.it
Foto di Giacomo Orlandi