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Questo Tribunale non s’ha da accorpare
Il decreto legislativo con il quale il Governo ha deciso di sopprimere alcuni tribunali considerati minori, per esigenze di economia, per rafforzare l’efficienza dei maggiori, rischiando al contrario di creare non soltanto disagi al personale, ma soprattutto ai cittadini, fa tenere il fiato sospeso a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Tribunale di Modica, vuoi per l’antica storia, vuoi per l’efficienza, vuoi per l’importanza che un presidio dello Stato riveste sul territorio e sulla cittadinanza tutta.
I disagi, i problemi logistici, le polemiche, le proteste, le proposte, ogni passo ed ogni soluzione variano di giorno in giorno, ma di sicuro c’è la volontà di non accettare la chiusura del Palazzo di Giustizia di Modica, di tollerarne, semmai, l’accorpamento con il vicino di Ragusa, ma questo non senza problemi.
Al momento, secondo quanto stabilito a Roma, la riunione fra i tribunali di Modica, Ragusa e Caltagirone, aprirebbe una voragine per la molteplicità di problemi che ne scatuirebbero, primo fra tutti l’estensione della circoscrizione.
Cosa pensano, cosa provano i dipendenti del foro modicano innanzi a tale evento?
Lo abbiamo chiesto a Giovanni Cassibba, dipendente della Procura di Modica, sindacalista della CGIL.
Cosa avete fatto come dipendenti innanzi prima alla paventata chiusura del tribunale e poi all’ipotesi di accorpamento?
Come dipendenti pubblici nel momento in cui ne abbiamo avuto notizia abbiamo subito fatto delle assemblee che hanno innescato a cascata tutti gli altri interventi dagli avvocati ai magistrati. Alcune proposte sono state accolte come l’idea di riunire i due distretti. L’archivio notarile è un esempio lampante di come due uffici possono coesistere. Si tratta dell’archivio riunito di Modica e Ragusa con sede in Modica.
La commissione ha elaborato una serie di valutazioni che andrebbero tutte contestate nei numeri perché fanno riferimento a dati statistici del 2001. Man mano che i dipendenti vanno in pensione non vengono rimpiazzati. Ciò comporta che il lavoro aumenta, ma i dipendenti sono sempre di meno.
Lo schema della commissione dovrà essere attuato entro 18 mesi dalla pubblicazione e completarsi nella peggiore delle ipotesi in un termine di 5 anni.
Come state vivendo questa situazione?
La situazione dei lavoratori è spiacevole: non perdiamo il posto di lavoro però avremo un danno economico perché ci dovremo spostare a Ragusa (chissà poi in quali locali).
La cosa che ci amareggia è il danno che ne subiranno gli utenti.
Facciamo un esempio. La città più lontana del circondario è Ispica. Se una persona di Ispica deve fare una perizia giurata, che è la cosa più ricorrente, una cosa è che si deve recare a Modica, una cosa è che deve calcolare il tempo per andare a Ragusa, ma soprattutto la massa di atti che troverà in più a Ragusa.
Una delle problematiche che contestiamo come sindacato e come lavoratori è che il modello di accorpamento all’interno del quale si pensa che vi sia più efficienza, in realtà si rivela il contrario.
Di fatto abbiamo cento unità al netto dell’organico che dovranno transitare a Ragusa.
In concreto a quali problemi si può andare incontro?
Il primo problema in ordine cronologico è quello logistico. Il tribunale di Ragusa fu un’opera bella ma nell’epoca nella quale è stata costruita. Già negli anni ’80 si ebbe l’esigenza di utilizzarlo al meglio facendo delle tramezzature nei corridoi. Dal punto di vista logistico già i colleghi di Ragusa devono stare in 4 o 5 in un ufficio, a volte tentando di mantenere omogeneo il tipo di lavoro. Questa situazione, con l’accorpamento, si deve vedere più che raddoppiata. Inoltre, mentre a Modica gli ufficiali giudiziari e la Polizia giudiziaria, hanno sede nello stesso palazzo di giustizia con conseguente vantaggio sia dal punto di vista meramente economico, sia per quanto riguarda i tempi e le procedure, a Ragusa sono collocati in strutture fuori dal palazzo e ciò comporta anche un onere economico per l’amministrazione perché deve queste strutture sono in affitto e l’affitto deve essere anticipato dal comune.
In più occasioni il sindaco Dipasquale ha sottolineato che, già vantando diversi crediti nei confronti dello Stato, non può accollarsi altre anticipazioni di spese perché queste poi ricadrebbero sulla collettività ragusana.
E dal punto di vista lavorativo?
Dal punto di vista strettamente lavorativo c’è mettere insieme due criteri di organizzazione del lavoro. Modica è conosciuta per la disponibilità particolare nei confronti degli utenti perché si tratta di un piccolo ufficio che cerca di essere pronto, efficiente, cortese. La signorilità ha presentato un dei biglietti da visita degli uffici giudiziari di Modica. Non dico che a Ragusa non sono tali, ma già lì si avverte lo stress perché sono pochi come organico e c’è molto lavoro.
I recenti fatti sanguinosi che hanno visto vittima la città di Vittoria potranno far cambiare qualcosa?
Questi fatti metteranno la commissione in condizione di dire che la sezione di Vittoria, pur rientrando nel progetto di chiusura, verrà emendato perché su un territorio in cui c’è criminalità armata non si può fare un provvedimento di chiusura della sezione staccata del tribunale, si tratterebbe di un arretramento dello Stato che è inconcepibile.
Nel circondario di Modica non abbiamo fatti di sangue, escluso qualche episodio che riguarda Scicli. Qui i reati sono di un’altra tipologia: qui abbiamo la mafia dei colletti bianchi. Modica è uno stagno: in superficie non si vede nulla, ma sotto il livello di muschio e di fogliame c’è una vita tremenda.
Come potrebbe mutare la situazione con l’accorpamento del tribunale di Caltagirone?
Se poi dovesse essere avallato l’accorpamento con Caltagirone ci sarebbe un caos perché non c’è neppure vicinanza culturale. La tipologia degli affari di giustizia è diversificata perché legata al territorio. Questo, dal punto di vista lavorativo, comporterà tempi di apprendimento ulteriori, di collocazione e di sinergia con le altre unità.
Secondo me questo provvedimento è fumoso, cieco, che non guarda agli effetti. Infatti, nel giro di poche settimane il Ministro ha cambiato due posizioni definendo la manovra prima legata ad un discorso di economicità ma ha ammesso che in una prima fase questo avrebbe comportato un aumento dei costi. Questo già è contraddittorio. Siccome non poteva sostenere questa tesi, ha cambiato registro dicendo che la riforma è stata fatta per migliorare l’efficienza dei servizi.
Dal punto di vista emotivo cosa provano i dipendenti di Modica?
Il personale è un po’ annichilito da questa situazione. Abbiamo cercato di sollevare la questione, ma non siamo riusciti a collegarla alla città. Encomiabile è l’azione che sta facendo l’Ordine degli avvocati, gli unici che si stanno muovendo. Come personale amministrativo siamo costretti a pensare al lavoro dalla mattina alla sera. Non siamo degli eroi, si tratta di solo spirito di servizio. C’è inoltre rassegnazione. Siamo malpagati, vessati, senza riqualificazione, con i contratti bloccati al 2014. Viviamo con la speranza di vedere ciò che succederà perché siamo sicuri che Ragusa non ci potrà ospitare. Per cui passeranno questi 5 anni in cui rimarremo qui. Inoltre c’è il progetto della cittadella che comprenderebbe oltre al Palazzo di Giustizia, anche i locali dell’ex Azasi e l’altra struttura. Senza dimenticare che con l’accorpamento fra le provincie il vincolo che vede la sede del tribunale nel capoluogo di provincia verrebbe a cadere.
Hai parlato di una lotta che non coinvolge la città. In che modo la città di Modica, ma anche quelle del comprensorio possono starvi vicini?
Credo che i cittadini dovrebbero sostenere non tanto i lavoratori ma l’Istituzione come servizio pubblico perché in tal modo eviterebbero di farsi portar via uno strumento efficiente che si rivolge loro e che rischia di allontanarsi da loro con conseguente allungamento di tempo.
Angela Allegria
Agosto 2012
In Il clandestino con permesso di soggiorno