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Siamo ancora qui
Ogni notte potrebbe essere l’ultima nella tenda del lavoro, una serata forse più tiepida delle altre, forse riscaldata oltre che dal calore della stufa, anche dalla speranza di vedere forse, l’indomani stesso, il risultato della dura lotta.
Stanno consumando il resto della cena, chiacchierano fra di loro discutendo di lavoro, di sanità, di politica, di questioni sociali. Qualche battuta per nascondere la preoccupazione dell’incerto, le voci confuse di un cabaret televisivo, la luce fioca, le sdraio già pronte con le coperte che serviranno a rendere meno rigida la notte.
Ormai la sfiducia, la rabbia, lo sconforto si sono trasformati nella capacità concreta di andare avanti, nonostante la stanchezza che ogni giorno si fa sentire sempre di più.
Dal 22 febbraio, infatti, i precari dell’Asp 7 di Ragusa sono a piazza Igea, davanti alla Direzione Generale, fermi nella loro volontà di non andare via fin quando non verrà loro garantito il diritto al lavoro, fin quando non saranno reinseriti nelle loro mansioni adesso svolte da una ditta esterna.
“Siamo tutte persone mature, ma loro ci hanno fatto diventare così. Ho iniziato a 39 anni, ne ho 50 e sono ancora in attesa di un posto di lavoro, sempre precario comunque, ma è pur sempre un posto di lavoro con il quale cerchiamo di tirare su la famiglia” ci racconta una precaria dall’aria energica e battagliera.
Hanno festeggiato la festa della donna, dimostrando di essere soggetti capaci di ragionare con la propria testa e di saper lottare per i propri diritti avendo a casa una famiglia che le aspetta e per la quale, oltre che per la realizzazione personale, si svolge il proprio lavoro.
Hanno festeggiato i 150 anni dell’Unità d’Italia esponendo il tricolore già dalle prime manifestazioni, dai primi sit-in, immancabile compagno di viaggio insieme alle bandiere rosse della FP-CGIL, il cui rappresentante, Angelo Tabbì è sempre presente e lotta con i lavoratori.
Il 17 marzo una visita d’eccezione: il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Egli si è informato della situazione ed ha promesso di interessarsi alla questione parlando anche con l’Assessore alla Sanità Massimo Russo.
“L’incontro si è svolto con la tenda stracolma con molti che ascoltavano da fuori. Si è fatto il punto della situazione, del finanziamento del progetto, e dei problemi che l’avviso per le graduatorie portava il rischio di una lunghissima attesa e con molti lavoratori che rischiavano di restare fuori dalla possibilità di lavorare, una condizione inaccettabile” dichiara Angelo Tabbì.
Il Presidente ha pure valutato la possibilità di effettuare chiamate straordinarie per accelerare i tempi. Le chiamate entro l’anno, fatte in base all’art. 49 della legge regionale 15/2004, infatti, porrebbero un freno nell’immediato, facendo si che nel mentre i progetti vengono approvati e finanziati i lavoratori, o almeno parte di loro, possano entrare in servizio.
Assunzioni che verranno fatte quanto prima, come precisa il Direttore Generale, e che coinvolgono 20 ausiliari part-time, 2 muratori, 2 idraulici e 2 pittori.
Ma esse in ogni caso non possono sviare dal nocciolo della questione: l’approvazione dei progetti i quali, prevedendo un piano di riparto del lavoro in un periodo complessivo maggiore, costituiscono la possibilità concreta per i lavoratori di avere un futuro più o meno stabile. Questo è, infatti, l’obiettivo della lotta, predisporre un piano saldo che garantisca stabilità ai lavoratori. Anche perché, una volta smontata la tenda decisione che può prendere solo l’assemblea dei lavoratori, c’è il rischio che i politici, passata la campagna elettorale, siano presi da così tanti impegni istituzionali da dimenticare la questione.
“Dopo 35 giorni vissuti giorno e notte nella tenda del lavoro – spiega Giampiero Drago, Segretario del Comitato per la tutela del lavoro degli ausiliari specializzati della Provincia di Ragusa – finalmente si è trovato un punto d’incontro tra i lavoratori e il sindacato, la deputazione politica regionale (Ammatuna, Di Giacomo, Riccardo Minardo e Ragusa) e l’Amministrazione dell’Asp 7 di Ragusa per portare tutti insieme avanti il discorso dei progetti finalizzati come soluzione che garantisce i lavoratori in attesa che si creino nel tempo le condizioni per una situazione lavorativa definitiva. Voglio sottolineare l’impegno di tutti i colleghi in questa lotta svolta con tanti sacrifici e disagi per le famiglie, ma soprattutto la determinazione per non subite passivamente e dopo tanti anni l’ingiustizia di perdere il diritto al lavoro a causa di tagli di spesa nel settore pubblico che colpiscono sempre i più deboli. Speriamo che in futuro si ripristini veramente il valore della dignità umana e si riporti il lavoratore ad una vita più stabile e con più certezze”.
Così continuano gli incontri col direttore Gilotta, con l’assessore Russo, poi le discussioni in assemblea per decidere il da farsi e l’intento comune di non mollare, di lottare, compatti, per riempire di significato il proprio diritto al lavoro.
Angela Allegria
Aprile 2011
In Il clandestino con permesso di soggiorno