3 Nov 2011

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Strano ma vero a Modica si fa ricerca

Strano ma vero a Modica si fa ricerca

L’incremento del costo delle energie fossili in termini economici ed ambientali ha dato luogo ad un crescente interesse verso le energie rinnovabili viste come la soluzione a gran parte dei problemi provocati dei tradizionali idrocarburi.
Anche a Modica, in pieno centro storico, esiste un centro di ricerca che studia le energie rinnovabili. Questo è collocato presso la Fondazione Giovan Pietro Grimaldi e, da quasi venti anni, svolge attività di ricerca su tematiche agricole. Si tratta della sezione agronomica del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Catania.
Questo è un centro sperimentale che ha tra le sue priorità l’apertura verso l’esterno, verso le imprese. “La forte apertura alle imprese – spiega il prof. Orazio Sortino – è ritenuta essenziale per arricchire maggiormente i programmi verso la effettività del mondo agricolo, per migliorare l’impiego delle risorse e tendere in modo più efficace verso la differenziazione dei risultati”.
Il dipartimento sperimenta le agro energie, le energie rinnovabili, estraibili da specie oleaginose quali brassica carinata, colza, lino, camelina sativa, ricino, cardo servatico, jatropha curcas.
Da questi nel laboratorio di corso Umberto si estrae olio vegetale, il quale può essere utilizzato come carburante.
Si tratta del biodisel, fonte di energia liquida effettivamente disponibile sul mercato. Esso può essere utilizzato sia puro che in miscela come sostituto del gasolio nei trasporti o come combustibile per il riscaldamento senza il bisogno di modificare motori o caldaie.
Già nel 1895 Rudolf Diesel aveva sperimentato un motore capace di alimentarsi con olio di arachidi o di altri combustibili di origine vegetale. “L’uso degli oli vegetali come carburanti per i motori può sembrare insignificante oggi, ma tali oli nel corso del tempo possono diventare altrettanto importanti quanto il petrolio e il carbone; la forza motrice potrà essere ottenuta col calore del Sole anche quando le riserve dei combustibili liquidi e solidi saranno esaurite”. Queste parole non vengono da qualche esponente ecologista fautore dei biocarburanti, ma sono state pronunciate nel 1912 proprio da Rudolph Diesel.
Il biodisel ha un minore impatto ambientale, comporta una minore fumosità, non produce sostanze volatili dannose, produce, rispetto al gasolio, meno monossido di carbonio.
Purtroppo, come tutte le cose ha i suoi punti deboli che consistono nella conservazione (occorrono serbatoi in acciaio, polietilene o polipropilene), e nelle automobili può provocare corrosione di alcune tipologie di elastomeri e gomme naturali. Ma pare che le case automobilistiche si stiano attrezzando per eliminarne i disagi.
Non bisogna inoltre dimenticare la ricaduta sociale a livello lavorativo, economica a libello di reddito e soprattutto ambientale, in quanto riduce sensibilmente l’inquinamento.
“Gli oli vegetali non rappresentano la soluzione a tutti i problemi energetici, ma sono una grande opportunità per le imprese locali, che va sviluppata, senza creare facili illusioni” afferma il prof. Sortino, con un qualche rammarico per gli imprenditori locali che conoscono poco questa realtà, ma che è apprezzata da Ecoil, dal Centro energie rinnovabili di Ragusa, da Agrinova che fa parte dell’Api.
Il dipartimento di Modica, il quale non pesa sull’Università di Catania per quanto riguarda i fondi, ma si finanzia direttamente tramite fondi ministeriali, non si occupa solo di biodisel.
Presente nei maggiori convegni nazionali ed internazionali, fa conoscere le proprie ricerche: studi sulle potenzialità e sull’adattabilità del ricinus, applicazione su pomodoro di sostanze bio-organiche, valutazione di varietà australiane di leguminose annuali autoriseminanti, efficienza traspirativa in popolazioni di pomodoro da serbo reperite nel meridione d’Italia, solo per citarne alcuni.
Mauro Dipasquale, il quale ha conseguito il dottorato di ricerca proprio in questa struttura ed attualmente vi lavora, ci spiega: “Per me che sono qui da quasi sei anni, l’esperienza che ho vissuto e sto vivendo ha permesso di crescere dal punto di vista scientifico e professionale e mi sta dando la possibilità di trovare soluzioni alternative a beneficio del proprio territorio”.
Michele Minardo, dottorando, invece, proviene da una realtà diversa, avendo studiato a Catania non conosceva questa realtà: “Ho preso visione di queste tematiche per me nuove che mi hanno subito appassionato. L’energia rinnovabile è il futuro. Se ogni agricoltore produce da sé la propria energia è meno pressato e può produrre di più da un punto di vista quantitativo e qualitativo”.
“Una piccola struttura con scarsi mezzi economici e poco personale è riuscita a fare una qualità a livello nazionale, a farsi conoscere” ci dice con orgoglio il prof. Sortino, il quale chiede che, dopo di lui, la ricerca vada avanti. “Il centro non deve finire. Costituisce una risorsa per l’ambiente, per gli agricoltori, per i giovani”.

Angela Allegria

Ottobre 2011
In Il clandestino con permesso di soggiorno

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