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Un’isola plurale
“Le Sicilie sono tante, non finirò di contarle. Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava. Vi è una Sicilia babba, cioè mite, fino a sembrare stupida, una Sicilia sperta, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode. Vi è una Sicilia pigra, una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la vita come il copione di carnevale.”
Queste le parole di Gesualdo Bufalino tratte da “L’Isola plurale” in “La luce e il lutto”.
Un’isola complessa, diversa da paese a paese, differente nel volto, nell’anima, un’Isola plurale, nella quale ogni posto, ciascun sito, qualsivoglia scorcio merita di essere visitato, ma non solo, è degno di essere osservato, capito, vissuto pienamente.
Passeggiare per i vicoli, ascoltare le diverse parlate che mutano a distanza di pochi chilometri, assaggiare i piatti tipici, assaporare i paesaggi, gustare una storia antica intrisa di culture diverse, di leggende, di civiltà che hanno lasciato segni indelebili nel tempo e nell’animo di un’isola variegata, unica, sorprendente se si ha il coraggio di volerla scoprire e capire appieno!
Angela Allegria
27 gennaio 2016
In Talìa